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* Nyneve Degli Alasia *

Ultimo Aggiornamento: 16/10/2007 17:25
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Sesso: Femminile
15/10/2007 09:49

BG e Descrizione
NYNEVE DEGLI ALASIA

BG: Nacqui il 9 di Luis, ormai molte lune orsono, in una cittadina della penisola italica. La famiglia che mi dette i natali poteva definirsi di nobili origini, quantomeno per discendenza paterna. In quanto a mia madre, fin da piccola capii che molto non si poteva dire sulle sue origini e che ancor meno si poteva chiedere. Il destino decise per me che sarei dovuta essere la primogenita di una lunga serie di altre figlie femmine e nonostante tutte le fatiche e le preghiere di mia madre e mio padre, mai arrivò il tanto anelato erede maschio a cui ogni padre nobile ambiva. La mia infanzia trascorse, credo si possa dire, serenamente. Ero una piccola e tremenda ragazzina, viziata e cocciuta, abituata a comandare stuoli di servi, nutrici e precettori che non facevano altro che corrermi dietro tutto il giorno. Quasi dalla più tenera età mio padre decise che, in attesa del primogenito maschio, avrebbe riversato su di me le sue attenzioni fornendomi di un educazione degna di ogni buon nobil giovine. Gli anni della fanciullezza e della giovinezza trascorsero così, tra studi e allenamenti. Mio padre assoldò per anni i migliori insegnanti per rendermi esperta ed erudita nella matematica, nelle scienze, nella letteratura e nelle lingue straniere. Mia madre ebbe invece cura che non mancassero nella mia educazione alcune arti che lei riteneva imprescindibili per una giovane donna, perciò si assicurò che tra le mie lezioni fossero inseriti anche studi di retorica, oratoria e della sottile arte della diplomazia. Non di meno entrambi concordarono sul fatto che avrei dovuto ben imparare a cavalcare e a difendermi al necessario. Solo dopo molti anni, forse, si resero conto del danno che, con le loro stesse mani, avevano causato, avevano reso una figlia, una donna, un essere pensante, libero ed irrequieto, avevano dato alla loro primogenita tutto quello che avrebbe dovuto avere un uomo in quell’epoca, ma si erano dimenticati di insegnarle anche a come rinunciarvi se la ragion familiare lo avesse richiesto. Le prime nubi di tempesta sul mio destino iniziarono ad addensarsi quando fu inevitabilmente chiaro a tutti che mia madre, data l’età avanzata, non avrebbe mai potuto dare al nostro casato l’erede maschio di cui aveva bisogno. Da allora strani sotterfugi iniziarono ad aggirarsi tra le mura della mia casa: discorsi lasciati incompiuti al mio ingresso, strane e velate frasi, un sospetto andirivieni di singolari e sconosciuti personaggi in udienza da mio padre. Sapevo che qualcosa stava per succedere, ma come un animale selvaggio, preda di un battuta di caccia, avvertivo la presenza del nemico, ma non riuscivo a capire chi fosse e da che direzione provenisse, pianificare una difesa preventiva sarebbe stato inutile.
Quando le trame del mio destino futuro mi furono gentilmente dipanate davanti agli occhi, solo allora capii quanto grave si presentasse la situazione: dovevo sposarmi……essendo la primogenita…..e non solo…..avrei dovuto sposare qualcuno che per rango e nobiltà fosse almeno mio pari…..ciò significava che il mio matrimonio sarebbe stato una questione d’affari e come tale sarebbe stato gestito.
I possibili pretendenti erano più che altro “compratori” e come tali si comportavano osservando, esaminando e contrattando la merce; mio padre come astuto commerciante parlava, dilazionava, vagliava le proposte e soppesava pro e contro…… ed io…….io ero la merce, ero ciò che avrebbero comprato…..io, la mia dote, la mia eredità, il mio casato……e in quanto tale mi si richiedeva di far bella mostra di me e del mio amorevole e docile carattere.
Purtroppo per loro, non avevo mai, neppur per sbaglio, dato segno di docilità ed amabilità in quanto a carattere, e veder, in poco tempo, tutti i sogni sul mio avvenire svenduti come al mercato, mi rese furiosa.
Non avrei mai potuto sopportare di esser relegata al ruolo di tacita moglie non pensante di un nobile possidente, avrei odiato le giornate di totale inattività passate ad adempiere tipiche attività femminili in compagnia di delicate dame al mio servizio.
Volevo altro, mi meritavo altro, mi avevano insegnato altro…proprio loro…quelli che adesso mi avrebbero voluta fragile creatura femminile pronta a chinar il capo innanzi ai desideri altrui.
Non ero nata per ricevere ordini ed eseguirli, sapevo, sentivo che altro mi aspettava, che il mio destino doveva per forza riservarmi altro. L’occasione che aspettavo da mesi, qualcuno che mi aiutasse ad organizzare la fuga, arrivò inaspettatamente un giorno di primavera. Mia nonna…..sì mia nonna, una anziana ma ancor altezzosa signora si presentò per la prima volta dal giorno della mia nascita alla nostra porta. La sua strana apparizione portò in principio un certo scompiglio all’interno del delicato equilibrio familiare, soprattutto mia madre sembrava essere molto turbata dalla sua presenza. Non capivo, non capivo perché negli occhi e nelle parole di mia nonna trasparisse sempre un velo di rammarico nei confronti di mia madre, come se tanto tempo prima le avesse causato una grave delusione, o forse un grave dolore; a mio padre invece regalava solo sprezzanti e fiammeggianti sguardi come di chi sta fissando il suo peggior nemico. Questa strana atmosfera aleggiava nell’aria, ma nessuno parlava o spiegava, almeno apertamente. Io invece….. la adoravo, vedevo in lei quel nobile cipiglio che finalmente adesso sapevo da chi avevo ereditato, quella sprezzante eleganza ed altezzosità di cui tanto spesso mi si accusava. Le assomigliavo non c’era dubbio, in lei rivedevo così tanto di me stessa e lo stesso doveva esser per lei, tanto che nessuna delle due sì stupì della rapidità con cui entrambe raggiungemmo un livello di confidenza tale da far sembrare a tutti che avessimo passato tutta la nostra vita a stretto contatto. Parlare con lei era come confidarsi allo specchio, non fu difficile raccontarle quello che si stava tramando alle mie spalle: nonostante i miei ripetuti rifiuti, il “prescelto” era stato individuato e di lì a breve le nozze si sarebbero compiute. Sapevo di potermi fidare di lei, e lei non deluse le mie attese; pochi giorni dopo il mio racconto, tornò nella mia stanza e mi informò che se avessi accettato, la mia fuga era già stata organizzata: sarei partita da lì a pochi giorni insieme ad un mercante che debitamente ricompensato aveva accettato di portarmi con sé fino in Britannia, meta del suo viaggio commerciale. Non fu facile per me decidere, ne seguirono giorni complicati. Dovetti celare a tutti, il profondo travaglio che si agitava al mio interno …avrei dovuto abbandonare ciò che avevo di più caro per conquistare un bene a cui non potevo rinunciare: la mia libertà.
Infine decisi…. sarei partita, perché restare avrebbe significato morire lentamente dentro. Per giorni continuai a comportarmi normalmente senza far trapelare niente, i miei modi e la mia voce non tradirono mai ciò che stavo organizzando, quando mia madre o la mia nutrice notavano che abiti e alcuni oggetti lentamente sparivano…inventavo mirabolanti scuse e piccoli raggiri di parole. Dissi addio alla mia famiglia, lasciando ad ognuno di loro delle lettere in cui spiegavo la ragione del mio gesto e chiedevo loro di perdonarmi. Solo mia nonna mi accompagnò fino alla carovana del mercante mi consegnò una pergamena da aprire solo una volta partita e dandomi l’ultimo bacio mi sussurrò all’orecchio: “non preoccuparti mia piccola Nyneve stai tornando a casa”. Non ho compreso quella frase fino a quando i miei occhi non si son posati sulle parole da lei vergate sulla lettera…era il racconto di chi era stata veramente mia madre e mia nonna prima di lei.
Finalmente capii i silenzi sul passato, i parenti mai conosciuti e la sua vera provenienza così gelosamente taciuta: mia madre era nata e cresciuta nella Britannia sud-occidentale insieme a mia nonna. Già, mia nonna….capì in quel momento molte lievi sfumature del suo carattere…era stata una sacerdotessa della Triade per una lunga parte della sua vita. Quando sua figlia raggiunse l’età consona fu per lei naturale iniziarla allo stesso percorso, anni di studi e sacrifici per diventare una donna che avrebbe rappresentato il volere della Dea in terra…..ma lei rinnegò tutto, tutto ciò che le era stato offerto…gettò via in un istante tutto il percorso fatto per fuggire con l’uomo che poi avrebbe sposato e che sarebbe diventato mio padre. Del suo antico passato, nella sua nuova vita accanto ad un nobile italico, rimase solo un piccolo segno…il mio nome: Nyneve. Fu quella l’unica concessione che mio padre fece all’antico essere di mia madre….per il resto tutto fu per sempre taciuto e seppellito nelle loro memorie. Sbarcata in Britannia da straniera….per un poco girovagai senza una meta precisa e senza aver chiaro ancora nella mia mente che cosa fare davvero della mia conquistata indipendenza….avevo ora innanzi a me il mondo intero come tela da dipingere con i colori della mia vita…..nessun laccio mi teneva più unita a niente….ma essere totalmente soli a volte può intimorire anche l’animo più forte e risoluto. Dovevo, dovevo….in qualche modo riuscire a mantenere un legame con ciò che tanto avevo amato in passato…la mia innata loquacità e la mia proverbiale e torrenziale oratoria riuscirono a farmi scoprire in ben poco tempo molte informazioni relative al culto delle Triade e alle sue rappresentanti in Britannia….un nome ricorreva sempre nei racconti degli sconosciuti: quello di una misteriosa isola.
Beh se il destino ti indica un cammino…non è mai saggio opporsi a lui…..
Vi giunsi una sera di fine inverno…..avevo innanzi a me una tela bianca e sarei stata io a scegliere i colori con cui dipingere il mio futuro….dovevo solo iniziare il mio nuovo disegno.
Ho vissuto, amato sofferto, ma soprattutto sono cambiata nelle terre dell’Estate…..ma ormai le nebbie che l’anno avvolta non sembrano più lasciar spazio a niente.
Ed allora un altro addio, io che già una volta ho lasciato coscientemente la casa paterna, nuovamente ho detto addio ad un luogo che avevo imparato a chiamare Casa. Ma non è forse Casa il luogo in cui sono i propri affetti, in cui sono le persone che quotidianamente ti stanno accanto e ti amano prendendosi cura di te? Io credo che sia così….e quindi non v’è stata scelta alcuna per me, se non seguire i miei confratelli e la mia Suprema Isabeau, ormai solo loro mi son rimasti.
Non so se il mio spirito e la mia anima troveranno infine sollievo in queste nuove terrre di Silverland, ma almeno, forse, qui la mia conoscenza sarà nuovamente al servizio degli altri.
Ho fatto i bagagli e prima di partire ho guardato per un ultima volta tramontare il sole sulle terre dell’Estate….adesso nel mio nuovo viaggio volgo speranzosa gli occhi verso oriente dove so che una nuova Alba di Luce sorgerà a Silverland.

Etimologia del nome: Nyneve nell’antica lingua britannica …piena di vita…..intensa…veniva usato come variazione del nome Vivian

RAZZA: umana

ALLINEAMENTO: Caotico Buono (il ribelle) E' l'allineamento migliore per chi vuole conciliare lo spirito libero con la bontà di cuore. Segue la sua strada ma riesce comunque ad essere gentile e ben disposto. Odia quando qualcuno cerca di intimorire gli altri e di imporre loro cosa fare. Diffida dell’autorità, lavora bene in gruppo, ma non gradisce regole e divieti da rispettare.

ASPETTO FISICO: Non certo molto alta, ma con un corpo ben delineato e dalle eleganti movenze. Una lunga cascata di riccioli neri le incorniciano il roseo viso, spesso li lascia liberi e ribelli quasi come monito per chi ancora non la conosce.....guardateli.....sono lo specchio del mio animo.....indomabili onde scure di un mare in tempesta.
Lo sguardo è sempre attento e profondo, i grandi occhi scuri non ti guardano....ti osservano.

CARATTERE: “Niuna impresa, per minima che sia, può aver cominciamento e fine senza tre cose. Cioè senza potere, senza sapere, e senza, con amore, volere.”

AFFETTI: un tempo ha amato un uomo che ormai vive solo nei ricordi, adesso il suo cuore è scuro come la notte, gelido come il marmo di un sepolcro.....eppure se qualcuno potesse vederlo....lo vedrebbe avvolto da rosse fiamme. Un'unica luce rischiara la tenebra, l’affetto per i mie confratelli, silenti compagni di una scelta di vita.

OGGETTI PERSONALI: un anello che porta sempre legato al collo da un sottile nastro di seta rossa, non è visibile agli altri poiché lo indossa nascondendolo all’interno dei corpetti degli abiti [http://img104.imageshack.us/img104/3735/anellojuanet8.jpg]

ANIMALI: Danum-Habar un cavallo nero donatole da un amico. Ombromanto anch'esso un cavallo nero.....un eredità di un navarro le cui orme ormai più non calcano umano luogo.


[Modificato da .nyneve. 15/10/2007 09:51]
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Città: FIRENZE
Età: 41
Sesso: Maschile
16/10/2007 17:25

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